Vittorio Matteo Corcos – Mare
Spighe dorate colsi
tra papaveri rossi
per averti
Infinite volte mi baciasti
tra la forza dei venti
lasciasti che mi spossassi
Fino al Tempio di Giove
ti cercai
incredulo perfino a Venere
devoto mi rivolsi
al fin mi aiutasse
Rapito dalla carne
mi aggrovigliasti
pure la mente
Ti guardai e affondai
nel supplizio
dei petali ricamati
Incantevole Mirto fiorito
il tuo vello di ricci bruni
mi donasti
nuda Ninfa degli abissi
così divampò l’amore
divino e eterno
Perso nel fuoco
di vergini carezze
gridarono i fianchi
d’un Oceano infuriato
Eros s’accucciò pago d’amore
In dolce brama imprigionato
fu reggia dove prima labirinto
metamorfosi
di anime innamorate
solo tu Zeus
che giochi con la luce
e il buio dell’universo
sai quanto sono avvinto
dal zirlare di voglie di seta