Alì dagli Occhi Azzurri

Questa poesia di P. Pasolini, pubblicata nella raccolta “Poesia in forma di rosa ” nel 1964, ha un candore e una forza penetrativa oggi più che mai attuali.

Alì dagli Occhi Azzurri
uno dei tanti figli di figli,
scenderà da Algeri, su navi
a vela e a remi. Saranno
con lui migliaia di uomini
coi corpicini e gli occhi
di poveri cani dei padri
sulle barche varate nei Regni della Fame. Porteranno con sé i bambini,
e il pane e il formaggio, nelle carte gialle del Lunedì di Pasqua. 
Porteranno le nonne e gli asini, sulle triremi rubate ai porti coloniali.
Sbarcheranno a Crotone o a Palmi,
a milioni, vestiti di stracci
asiatici, e di camicie americane.
Subito i Calabresi diranno, 
come da malandrini a malandrini:
"Ecco i vecchi fratelli,
coi figli e il pane e formaggio" 
Da Crotone o Palmi saliranno
a Napoli, e da lì a Barcellona,
a Salonicco e a Marsiglia,
nelle città della Malavita.
Anime e angeli, topi e pidocchi,
col germe della Storia Antica
voleranno davanti alle willaye.
Essi sempre umili
essi sempre deboli
essi sempre timidi
essi sempre infimi
essi sempre colpevoli
essi sempre sudditi
essi sempre piccoli,
essi che non vollero mai sapere, essi che ebbero occhi solo per implorare,
essi che vissero come assassini sotto terra, essi che vissero come banditi
in fondo al mare, essi che vissero come pazzi in mezzo al cielo,
essi che si costruirono
leggi fuori dalla legge
essi che si adattarono
a un mondo sotto il mondo
essi che credettero
in un Dio servo  di Dio, 
essi che cantavano
ai massacri dei re,
essi che ballavano
alle guerre borghesi, 
essi che pregavano
alle lotte operaie...
... deponendo l'onestà
delle religioni contadine,
dimenticando l'onore
della malavita,
tradendo il candore
dei popoli barbari,
dietro di loro Alì
dagli Occhi Azzurri - usciranno da sotto la terra per rapinare -
saliranno dal fondo del mare per uccidere, - scenderanno dall'alto del cielo
per espropriare - e per insegnare ai compagni operai la gioia della vita -
per insegnare ai borghesi
la gioia della libertà -
per insegnare ai cristiani
la gioia della morte
distruggeranno Roma
e sulle sue rovine
deporranno il germe 
della Storia Antica.
Poi col Papa e ogni sacramento
andranno come zingari
su verso l'Ovest e il Nord
con le bandiere rosse
di Trotzky al vento...

La bellezza dei colori

Schermata 2014-06-24 alle 00.01.21

Com’è difficile sedersi  
accanto alla tua bellezza 
mentre m’afferri per gioco 
inciampo nel tuo corpo 
tra le rughe della pelle 
Una bellezza fragile 
di una parola sussurrata 
della voce del silenzio 
Una bellezza leggera 
del lago e delle onde 
dell’alba e del tramonto 
Dal vuoto arranca l’istinto 
afferro i tuoi fianchi 
la bellezza dei colori 
mi sarchia la mente 
M’accogli uccidendo 
il mio eccesso d’orgoglio 
la bellezza è l’urlo dell’eros

Quale poesia

0007082

Goccia tenera 
bacio nell’arida terra
nacque nel tempo 
l’helleborus verità 
dai petali bianchi 
Selene gioì 
al dolce sonno di Endimione 
il desiderio mio 
corse nella valle 
tra vesti nude 
vidi il tuo corpo 
godetti della tua poesia 
i tuoi occhi mai dimenticati 
oggi nulla mi turba     

se non la tua voce 
che mi travolge la pelle 
di notte ritorni 
le carni traslarono 
Tu lo sai 
quale poesia  
amo della vita

Tra le mani l’aurora

Cosa c’è dentro da far  
abbaiare perfino l’acqua 
legati alla terra 
impigliati nel suo destino 
il lago ha il suo linguaggio 
l’onda si fa cielo 
l’età vita 
nulla regge al vento  
nemmeno il sogno più vero 
il colle lontano 
ha nidi tra l’erba 
l’aratro traccia solchi 
ti perdo ti ritrovo 
navigo ad occhi aperti 
cerco il tuo corpo 
nella cecità del buio 
ho tra le mani l’aurora

Guardo il lago

Andrè Derain – Madame Guillaume

Guardo il lago 
la sua quiete 
vivo la tua tenerezza 

Mi piaci quando 
non hai parole 
e i tuoi occhi parlano 
senza voce 
Mi piaci quando 
le tue labbra assetate 
mi vestono di baci 
quando tra lenzuola 
le tue dita assassine 
mi annegano 
Tu sai  
che t’amo 
 senza timore 
senza orgoglio 
t’amo così 
perché non saprei  
amarti in altro modo

 


Conosco

A. Rodin – Danae

Conosco 
la voce del lago 
l’andar d’onde 
l’acqua aspra 
conosco  
la rossa terra d’argilla 
le urla di gelo dei prati 
la trama di rami tra nebbie 
Ti guardo 
il tempo taglia la vita 
ho il sapore di un bacio 
su labbra dischiuse  
la dolcezza di mani  
sperdute tra le tue 
con l’anima senza vento 
sento l’origano 
profumare desiderio