Sembra quasi un’alba

Soli con cielo, terra e acqua, ascoltiamo la voce del silenzio.

Il suo bisbigliare tra le fronde, la sua leggerezza nel sfiorare le onde, i reverberi di luce. È il piacere assoluto, dimenticare la disarmante disumanità quotidiana.

I passeri parlottano veloci, l’acqua dà il ritmo di vita delle ore. L’uomo cammina solo

tra l’erba umida dei pensieri, assorto, anche il tramonto ha speranza, sembra quasi

un’alba..

Solitudine, amica mia

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Parla il corpo, l’anima narra sentimenti, la voluttà si fa malinconia,
gli occhi muti chiudono il cuore.
Ora che tutto è globale, la nascita e la morte banali,
il dolore e la dignità rituali.
Ora che il vuoto, l’eccesso, l’apparire sono l’essere,
ora che siamo senza vergogna e non ci indigniamo più,
ora sappiamo cos’è la solitudine.
Ora cerchiamo quel vento tenace intimo e profondo che mai mente,
come il suono di un flauto è la voce che abbiamo dentro,
il senso delle parole mute, la sottile voglia di voler stare soli,
non c’è rivoluzione più intensa del pacato pensare in silenzio.

Temo

Temo
la luce obliqua senza forza
il buio riottoso del pregiudizio
il sorriso del perbenismo eloquente
temo
la ricchezza ostentata senza dignità
l’ipocrisia veleno della ragione
le certezze del moralismo
temo
le stanche caviglie dell’ingiustizia
i muri eretti dalla storia
l’irruenza del falso progresso
temo
l’uomo e il suo egoismo vorace
il fragile incanto dei narcisisti
l’intelligenza ottusa dei supponenti 

… annegherò tra flutti di dubbi
in cerca di un’alba d’etica.

Clandestino

L’abisso muto negli occhi
l’inquietudine nel cuore
scappasti da fame e indigenza
Ahimè solo annegasti nel deserto
d’indifferenza tra dune d’odio

Quanti muri ha la storia
quanti recinti senza orizzonte
quanti pregiudizi sfilacciano la mente
Liberi gli uccelli non hanno barriere
Volti amati perduti taciuti rinnegati
finiti nel gheriglio del dolore
Affetti recisi dignità squarciate
caparbia la voce minuta urlò
seppur tradita saccheggiata
dall’egoismo altrui
Un lampo squarciò la notte
cominciò albeggiare.

Le stagioni del pensiero


Nell’oceano
dalle correnti contaminate
fluttuano onde di pensieri
pieghe
di macchine desideranti
Nel nulla selvaggio
ascolto un grido
a volto nudo
essenziale
squarcio cruento
d’anima migrante

Il divenire

Oltre confine
il fuori
caos seducente
libera il desiderio
dalle catene del dominio
dell’identità
conscio sarà
il pensare assoluto.